Il profumo del pane appena sfornato richiamò alla realtà i nostri animi assopiti, facendo riecheggiare gli stomaci di giovani studenti affamati.
Incominciammo a mangiare su comode panchine verdi, all’ombra di olivi, con la schiena riscaldata da un tiepido sole di una timida primavera.
Le gambe erano (e lo sono tutt’ora) distrutte dalla camminata appena svolta, e anche dalla fatica dei giorni passati, perciò quel piccolo giardino verde ci sembrava un angolo di paradiso; inoltre per la prima volta durante lo Scambio Culturale eravamo tutti quanti riuniti nello stesso posto! Un bel gruppo, insomma…
Improvvisamente calò il silenzio: stavamo tutti mangiando… tranne il nostro “povero” professore Facchetti che, affranto , ma soprattutto affamato, ci osservava imperterrito da un angolo piuttosto ombroso del parco.
Il salato era finito… comincia il turno del dolce: Nutella e pane! i visi dei catalani s’illuminarono al primo morso, per diventare sempre più assatanati man mano che il cioccolato raggiungeva il fondo del barattolo.
Oh!! Finalmente sazi e soddisfatti…una bella dormitina non stonerebbe…
Una bella pallonata su viso di Albert ci risveglia improvvisamente e ci riunisce in un’ unica risata collettiva.
Forse il rumore delle risate, più che il gesto di sfida degli Italiani, ridesta pure l’animo del nostro professore che, minacciosamente, si avvicina al pallone, cercando di imitare senza successo le gesta di un giocatore famoso… scivolando miseramente sulla ghiaia…
Si crea una sfida aperta, tutti contro tutti, italiani contro catalani, ragazzi contro ragazze, 4A contro Facchetti, Profe contro la palla…
La giornatina si concluse allegramente con un Barossi ingrassato dal gelato, “guadagnato con tanta fatica”.


Una chitarra senza una corda, il lago, un pallone e il cibo. Aggiungiamo anche una vista degna di film dalla Villa di Catullo, ed ecco la nostra giornata a Sirmione. Durante la gita siamo stati dei menestrelli, dei calciatori, dei fotografi e persino dei cantanti. Stando seduti, o anche girovagando per il paesino con la chitarra in mano, provoca un’idea di giullarità e giocondità. Anche se a rovinare queste splendide parole dobbiamo riconoscere che senza una corda la chitarra non è semplice da suonare,pur rimanendone cinque. Il frutto di tutto ciò è stato un gelato tutto all’amarena, offerto dal gestore di una gelateria. Ad un certo punto, continuando a camminare (e continuando a suonare) per le viuzze di Sirmione, ci troviamo di fronte alla famosissima villa di Catullo (che con l’autore ha poco a che fare); qui ci coglie di sorpresa, togliendoci il fiato, la favolosa vista sul lago. Nascosti all’ombra di un fantastico giardino alberato, possiamo osservare il lago: non è molto grande e il colore varia dall’azzurrino chiaro, dove il livello dell’acqua è molto basso, ad un blu più intenso. Nell’altra sponda si vede uscire impetuosa la collina, rischiarata dal sole che le dona un colore più acceso e caldo.
Durante il cibo, il tecnicismo applicato a un pallone, si spreca, siamo tutti dei campioni. In primis il professor Facchetti, che ci delizia la vista con numeri di alta scuola brasiliana e con un vigore fisico inaspettato, degno di un aitante ventenne. Il clima generato fa presupporre a un campetto di periferia brasiliano, con tanto di sottofondo musicale, grazie alla sempre fedele chitarra mancante di una corda. Mancano solo le ballerine che si esibiscono in una samba, ma le nostre girls, prediligono la vita sedentaria sulle panchine… Ahimè…
Dopo essere ritornati in paese, ci viene offerto un gelato, solo a pochi prescelti, in verità solo a Baro, per aver prestato la chitarra al gelataio che se ne serve per intrattenere i suoi clienti improvvisandosi a Juke Box vivente.
L’ora è tarda quando si giunge a Bergamo, dopo aver dormito sul pullman, è ora di prepararsi per la cena che ci aspetta per la serata.